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CONCIMAZIONE
La concimazione, mediante apporti esterni di fertilizzanti a integrazione delle disponibilità nutritive del terreno, ha l’obiettivo di rendere ottimale lo sviluppo della pianta e la sua produzione di frutti. Le concimazioni debbono pertanto restituire gli elementi che la pianta assorbe dal suolo e incrementare i livelli di quelli che risultano insoddisfacenti. Il corretto piano di fertilizzazione, quindi, deve essere fondato sulla valutazione dell’analisi chimico-fisica del terreno, dell’analisi fogliare e delle asportazioni della coltura.
Per un normale accrescimento e per una produzione ottimale l’olivo deve disporre di una serie di macro (N, P, K, Ca, Mg, e S in quantità consistenti) e micro elementi (B, Mn, Zn, Fe, Cu, Cl, e Co in minori quantità).
Concimazione d’impianto
La concimazione di impianto serve a correggere limitate carenze nutritive dei terreni destinati agli impianti e riguarda principalmente l’apporto di sostanza organica. Infatti, quando quest’ultima è presente a livelli minimi (1%) è opportuno prevedere una integrazione per migliorare la struttura del terreno e le riserve di elementi nutritivi. L’apporto viene realizzato con letame bovino fino a 60-80 t/ha. E’ possibile prevedere anche un sovescio di favino, veccia e avena.
Concimazione di allevamento
La concimazione di allevamento è da applicare dopo il primo anno fino al raggiungimento della massima espansione della chioma, cioè all’8-10° anno. Deve assicurare lo sviluppo vegetativo ed il rapido superamento del periodo improduttivo giovanile. Per le piante in irriguo, le quantità di elementi asportati crescono vistosamente dal 2° al 6° anno, quando la produzione comincia ad essere importante. L’azoto dovrebbe essere restituito con dosi frazionate durante la primavera e l’estate. Le quantità di fosforo e potassio vengono restituite con interventi frazionati nei terreni sciolti o in una sola volta (all’inizio della primavera) in quelli di medio impasto.
Negli impianti in asciutto le somministrazioni devono avvenire prima dell’arrivo delle piogge con concimi a lento rilascio.
Concimazione di produzione
La concimazione di produzione deve derivare dalla differenza tra gli elementi nutritivi che vengono asportati e quelli che vengono apportati nel terreno. Le asportazioni comprendono gli elementi nutritivi inglobati dalla microflora del terreno, quelli persi per dilavamento ed erosione del suolo e poi gli elementi asportati dalla coltura. Gli apporti riguardano gli elementi derivanti dalla mineralizzazione della sostanza organica, l’azoto fissato dagli azoto batteri del terreno, i quantitativi di humus derivanti dalla inglobazione nel terreno dei materiali di potatura e dei residui radicali. Dalla differenza risultano orientativamente gli elementi nutritivi da apportare con la concimazione.
In genere si prevede di eseguire l’analisi fisico-chimica del terreno almeno una volta ogni 5 anni, per appezzamenti omogenei, in modo da poter valutare la reale dotazione e disponibilità di elementi nutritivi e della sostanza organica e successivamente, apportare concimi organici e/o misto-organici o di sintesi tenendo conto dei limiti di dosi massime ammesse: N (azoto) 100 Kg/ha; P2O5 (Fosforo) 60 Kg/ha; K2O (Potassio) 60 Kg/ha. |